Non è sufficiente utilizzare la locuzione “Conosci te stessi” esclusivamente per fare un’introspezione nel proprio io. Un’autoanalisi. Se poi, dopo aver letto bene, cosa assai difficile, se non impossibile nella propria coscienza per capirsi a fondo è necessario misurarsi nel rapporto con l’altrui. Circostanza altrettanto difficile se non impossibile. Perché? Io sono io, tu sei tu. Io sono il meglio. Tu il contrario del meglio. Questa riflessione nasce a seguito dell’analisi del consiglio che Oceano dà a Prometeo, assumendo peraltro un significato attinente a due sfumature diverse. La prima, sull’argomento, riguarda il rapporto del più debole, che intende emanciparsi, ribellandosi, ai decreti della sopraffazione del più forte, sia esso la “Natura” o la “Divinità”. È il caso di Prometeo. La seconda, riferita al dovere di sapere chi si è, riguarda il rapporto con la collettività.
Eschilo, nel Prometeo incatenato, si propone in questi termini:
“ὁρῶ, Προμηθεῦ, καὶ παραινέσαι γέ σοι θέλω τὰ λῷστα, καίπερ ὄντι ποικίλῳ. γίγνωσκε σαυτὸν καὶ μεθάρμοσαι τρόπους νέους: νέος γὰρ καὶ τύραννος ἐν θεοῖς. εἰ δ᾽ ὧδε τραχεῖς καὶ τεθηγμένους λόγους ῥίψεις, τάχ᾽ ἄν σου καὶ μακρὰν ἀνωτέρω θακῶν κλύοι Ζεύς, ὥστε σοι τὸν νῦν ὄχλον παρόντα μόχθων παιδιὰν εἶναι δοκεῖν”. | “Vedo, Prometeo, e voglio anche consigliarti per il meglio, anche se tu sei già astuto. Riconosci chi sei (γίγνωσκε σαυτὸν) e adattati alle regole nuove, poiché nuovo è questo tiranno che domina tra gli dèi. Se scagli parole così aspre e affilate, anche se il suo trono sta molto più in alto, Zeus le può sentire: e allora la mole di pene che ora subisci ti sembrerà un gioco da ragazzi”. |
Che Prometeo abbia apprezzato il consiglio non ci è dato di sapere con precisione. Forse no. Oppure che lo abbia inteso, ma spinto dal grande coraggio e abnegazione, sfidando le divinità, si è permesso di sottrarre il”fuoco” agli dei per donarlo al genere umano. È stato un delitto contro l divinità il suo che gli è coststo carissimo. Non è necessario per noi invece che si facciano gesti clamorosi, ma una volta fatta la scelta, conoscendo se stessi, si dovrà coraggiosamente affrontare la realtà, poiché il detto non è stato coniato invano, né serve per sciacquarsi la bocca in salotti dove pullulano intellettuali, ma per consentirci di attraversare la vita al meglio.