Apparentemente sembrerebbe che la sua ricerca sull'argomento vada verso il regresso del pensiero filosofico e rispetto alle conclusioni sull’Apeiron, proposta da Anassimandro. Non è il caso di dimenticare che Anassimandro è stato maestro di Anassimene. La premessa consiste nel fatto che la domanda è sempre la stessa: “ Quali proprietà deve avere l’arché per generare tutte le cose?" Il risultato della sua ricerca, cioè che l’origine delle cose, per lui è pneuma. Soffio, aria.
Anassimene perciò si avvicina a Talete, nell' assegnare un nome all'origine delle cose. Là si parlava dell’acqua, qui dell’aria; in mezzo c’è lo scoglio dell’apeiron, cioè dell' infinito, indefinito, indeterminato. Anassimandro, nella sua definizione, è così altro, così al di fuori della materia, cioè delle cose, così trascendente, tanto da imporre al suo discepolo di accettare solo in parte la sua teoria. La parte che egli riconosce è sempre il problema dell'originr delle cose, cioè la ricerca della scoperta di quell’ente da cui derivano tutti gli altri. Egli accetta anche, sia pur entro un certo limite, anche l’infinito, l’indeterminato, di cui si compone integralmente l’arché di Anassimandro. Per lui non è possibile che le cose fisiche derivino da un un qualcosa di comletamente " non fisico". Viene cioè chiamato in gioco il concetto d’immanenza, cioè che nell’arché si deve necessariamente individuare qualcosa che conduca all'appartenenza delle cose. L’aria, infatti, soddisfa sia la componente "’infinito", nella sua complessità quantitativa e di finito in senso qualitativo, poiché parte di essa, produce, con il variare della temperatura, il caldo e il freddo. Genera l’acqua e il fuoco servendosi dei fulmini e la terra consolidando, per cui tutti gli elementi originari sono soddisfatti insieme alle loro specifiche proprietà.
Mercoledì, 21 Giugno 2017 16:15
L'Arché di Anassìmene
Poiché Anassimene appartiene alla scuola filosofica di Mileto, anch’ egli esamina, attraverso i suoi predecessori, il problema cardine, cioè l’origine delle cose, l’arché.
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