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    [Eraclito - fr. 113]

Martedì, 19 Settembre 2017 18:05

Senofane e l’unicità del divino

(Colofone, 570 a.C. – 475 a.C.) è stato un filosofo greco antico presocratico. Fiorì nella 60ª olimpiade (540 – 537).

Teofrasto, nell’epitome, dice che fu allievo di Anassimandro. Intorno all’anno 545 a.C. il generale Arpago cinse d’assedio Focea, e i focesi , per raggiungere la salvezza, furono indotti a emigrare verso occidente del Mediterraneo prima in Corsica, poi in Calabria e sulle coste, più a nord, sotto Neapolis. L’emigrazione di Senofane avvenne invece da Colofone, città sulle coste dell’Asia Minore. Dopo varie peripezie, soggiornò a Zancle in Sicilia. Anche nella Magna Grecia ebbe tuttavia vita travagliata prima di prendere parte alla colonizzazione di Elea, in cui insegnò. Scrisse sia versi epici che elegie contestando la dottrina di Esiodo e di Omero, in merito alle divinità: “ Omero ed Esiodo hanno attribuito agli dei tutto quello che per gli uomini è oggetto di vergogna e di biasimo: rubare, fare adulterio e ingannarsi... i mortali credono che gli dei siano nati e che abbiano abito, linguaggio e aspetto come loro... gli Etiopi credono che (gli dei) siano camusi e neri, i Traci, che abbiano occhi azzurri e capelli rossi ...ma se buoi, cavalli e leoni avessero le mani e sapessero disegnare... i cavalli disegnerebbero gli dei simili a cavalli e i buoi gli dei simili a buoi...". In realtà, "uno, dio, tra gli dei e tra gli uomini il più grande, non simile agli uomini né per aspetto né per intelligenza... tutto intero vede, tutto intero pensa, tutto intero sente... senza fatica tutto scuote con la forza del pensiero... sempre nell'identico luogo permane senza muoversi, né gli si addice recarsi qui o là." Una prima lettura della citazione potrebbe far pensare che Senofane avesse concepito la divinità allo stesso modo del Dio unico dell’ebraismo. In realtà il filosofo elaborò il concetto nuovo di divinità come Unico del genere panteistico, dove l’insieme delle cose concorre a formare un tutto Uno, avente carattere divino. Dati i tempi tuttavia, siamo nel V secolo a.C., è merito suo se, in campo teologico, è stato avviato un nuovo discorso che discosta dalla concezione di Esiodo e Omero riguardo alla Divinità. Il suo più grande merito nondimeno fu quello di aver fondato la scuola eleatica prospettando i temi dei grandi concetti filosofici dell’essere, che poi saranno sviluppati da Parmenide, suo discepolo.

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“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete