Anche per Anassagora, [Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa], nulla nasce e nulla perisce. Nascita e morte sono termini utilizzati convenzionalmente dall’uomo per indicare mescolanza e disgregazione di parti del cosmo. Anche Empedocle ha proposto questo concetto di base nel definire le Realtà del Cosmo. Fra i due filosofi tuttavia si riscontrano divergenze sostanziali. In Empedocle le radici [ριζώματα]: terra soffio, acque e fuoco danno origine a tutto per mezzo della loro combinazione e disgregazione [Amore, Odio].
In Anassagora ad armonizzare le cose che popolano il cosmo, sono i semi, cioè gli σπέρματα, ordinati e mossi da una forza [Νοῦς], che trasmette l’energia necessaria alla loro trasformazione in un Divenire Continuo. Νοῦς, mente, intelletto, ragione, di origine divina, combina i semi al punto di farli diventare cose, che oltretutto non hanno né origine né fine. Peraltro non si generano, cioè non nascono. Ci sono in un eterno divenire.
Empedocle, in tutti i passaggi del Ciclo Cosmico, si serve d’immagini antropomorfe, compresi odio-amore, integrazione e disgregazione; sentimenti tipicamente umani. In Anassagora, a causare queste trasformazioni è il Principio intelligente [astrazione], che si pone al di sopra delle cose fisiche.
L’Arché è lì dentro il seme. Ogni seme in realtà contiene tutti gli altri infiniti semi in proporzioni diverse, tanto che nel seme dell’oro ad esempio, è prevalente la proprietà qualitativa e quantitativa dell’oro senza tuttavia escludere l’esistenza delle altre proprietà, sia pur in misura minore. Ciò vuol dire che nel seme che dà origine all'albero, si trovano proprietà destinate all’oro, al chicco di grano, alla scimmia, all’elefante, all’uomo, alla montagna, al fiume, al mare, ecc... Dunque per una qualsiasi proprietà sensibile esiste un seme, in cui è prevalente, per qualità e quantità, la combinazione che lo diversifica nell' individuare quel genere. Perciò “ Tutto è in tutto”.
Ogni seme è infinitamente divisibile, e la più minuscola particella di esso conserva tutte le proprietà della cosa prevalente [oro], ma in proporzione, anche le proprietà infinite degli altrettanto infiniti semi che compongono quello prevalente.
Ogni seme ergo implica tutti gli esseri, escludendo il non essere.
Il seme è isomorfo, da cui derivano i principi delle trasformazioni chimiche. In virtù dell’isomorfismo, processo per mezzo del quale le sostanze cristallizzano nello stesso sistema, si dà origine ad altrettante sostanze in proporzioni diverse per qualità e quantità. La teoria dei semi spiega anche il processo di beni destinati all’alimentazione, che attraverso la digestione consente all’uomo non solo di sopravvivere ma anche di far esistere tutte le varie componenti del corpo umano.
In conclusione è necessaria una riflessione. I fisici presocratici, lentamente ma inesorabilmente si sono avvicinati, attraverso l’evoluzione del pensiero, a sfiorare le grandi tematiche che implicano l’uomo nei rapporti con le sue origini e la sua destinazione finale. Nel Cosmo nulla si crea, né si distrugge nulla, poiché le radici o i semi stanno lì, ma anche il NOUS, mente, intelletto, ragione di origine divina, si trova puntuale a infondere alle cose il Divenire.
Sabato, 03 Febbraio 2018 17:56
I Semi di Anassagora
Anche per Anassagora, [Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa], nulla nasce e nulla perisce.
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