Prendendo spunto dal metodo dialettico di Zenone di Elea, nacque, intorno alla metà del V secolo ad Atene, una nuova corrente filosofica, che pose al centro della riflessione l’uomo e la morale nella vita associata e in politica. Gli esponenti di questa presunta corrente filosofica furono i sofisti, i quali s’interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo spesso a conclusioni in antitesi fra loro. Diventarono, nel corso del tempo, professionisti dell’insegnamento, trasferendosi da una città all’altra della Grecia, per diffondervi pubblicamente la loro σοφία dietro compenso. Tutti i sofisti professavano di essere maestri di ἀρετή (virtù), ossia dichiaravano d'impartire ai loro discepoli un insegnamento rivolto alla virtù, allo stesso tempo, individuale e collettiva. I caratteri fondamentali di questa corrente filosofica sono: l' antropocentrismo, il relativismo e l' empirismo. La dialettica e la retorica sono anche oggi armi affilatissime, destinate a convincere i discepoli. I Maggiori esponenti di questa corrente filosofica sono Protagora, Gorgia, Ippia, e Prodico di Ceo. I sofisti, in ogni caso, possono essere considerati promotori di un sistema filosofico in virtù del fatto che Socrate l' abbia nobilitato, ponendo l'uomo al centro della ricerca filosofica.. Platone, nel trattare l'argomento, inoltre ha consegnato alla storia del Pensiero tre dialoghi capolavoro, quali: “Protagora” , " Teeteto", e "Gorgia".