Il divenire e l’essere
Una delle ragioni per cui i frammenti di Eraclìto sul divenire sono di difficile comprensione consiste nel fatto che fa combinare il divenire senza presupporre l’esistenza dell’ essere. Sarebbe come voler disegnare la quadratura del cerchio con riga e compasso. Cosa vana il solo proporlo. La metafora dell’acqua che scorre, simbolo del divenire, dimostrazione di prima pelle, presuppone, nell’esempio del fiume, l’esistenza dell’essere. L’analisi attenta dei testi conduce, a ben vedere, ad un’unica conclusione: si squarcia un velo di chiarezza, poiché la realtà non è altro che l’equilibrio fra essere e divenire. L’essere propone la staticità, nel dover essere, mentre il divenire propone la dinamica, cioè la trasformazione delle entità visibili, tanto che non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento, essa si disperde e si raccoglie, viene e va.