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    [Eraclito - fr. 113]

Sabato, 16 Settembre 2017 10:16

I numeri irrazionali e il teorema di Pitagora

La scuola pitagorica sostenne che fra le realtà della natura si frapponesse un intervallo.

Anche fra i numeri razionali o i punti in realtà uno spazio c’era. Apparentemente: 1+1 = 2. Fra 1 e 2 l’intervallo c’è. Cosa c’entrano i numeri o i punti con gli enti che contribuiscono a dare un verso alla natura? L’essenza delle cose sta, è rappresentata, da numeri. Già che all’uno [1], in quanto numero si deve, secondo la scuola pitagorica, attribuire anche la proprietà dell’ origine delle cose, cioè che da esso tutto deriva. Perché? Basti sguinzagliarlo nel divenire che miracolosamente si tende, con un po’ di pazienza, verso l’infinito. Il numero, secondo quella concezione filosofica, è anche il punto, cioè la geometria agisce in coppia con l’aritmetica: Il punto è uno, i due punti è la linea, i tre punti il piano, e via dicendo. Proviamo ad immaginare il punto in movimento. Dove può arrivare? verso l’infinito. La retta, per definizione, in geometria è infinita, poiché è una linea immaginaria che non ha né origine né fine. Ma Pitagora, dopo aver riflettuto attentamente un bel giorno concepì, almeno sembra, il teorema a lui attribuito, quello di Pitagora appunto. Festeggiò con lo sterminio di cento buoi, senza rendersi conto che, nella sua stessa scuola, già serpeggiava il dissenso in merito alla razionalità dei numeri. Ippaso di Metaponto fu il suo discepolo, sufficientemente indisciplinato, tanto da contraddire il maestro. Scoprì e diffuse, dimostrando che, accanto ai numeri razionali, c’erano anche gli irrazionali, i quali hanno la funzione di colmare gli intervalli fra di essi. I filosofi devono sempre dimostrare e Ippaso non fu da meno! Servendosi della radice quadrata di 2, propose la lunghezza della diagonale di un quadrato di lato 1,[12+12], il cui valore è un numero irrazionale cioè: √2 = 1,41421568, il quale prosegue a grandi falcate verso l’infinito. Ergo fra 1 e 2 non c’è intervallo, cioè non c’è il non essere, filosoficamente ammettendo.
Pitagora, prima della scoperta dei numeri irrazionali, fu promotore del mondo della discontinuità poi quando è stata confermata la scomparsa dell’ intervallo fra numeri, è comparso all’orizzonte anche il concetto della continuità, applicato in filosofia. L’intervallo fra numeri, secondo il pensiero filosofico della scuola pitagorica, consisteva nel non essere, mentre la continuità era l’essere. Sarà poi compito della scuola eleatica e di Parmenide, in particolare nella sua versione di ex discepolo di Aminia, dunque pitagorico, a tentare la conciliazione fra spazio e continuità. Quanto poi alla sorte di Ippaso di Metaponto, per la cronaca, bisogna aggiungere, che ebbe fama, molta fama, come pitagorico e come scopritore in campo aritmetico, ma che tuttavia pagò a caro prezzo. Perì in un naufragio. Le male lingue dicono provocato da forze naturali improvvise, causa la sua empietà, per aver disubbidito a Pitagora.

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“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete