• Il pensiero è comune a tutti.

    [Eraclito - fr. 113]

Martedì, 19 Settembre 2017 18:35

L’essere e il non essere

L’ essere è, il non essere non è. Bella scoperta verrebbe da dire!

A ben guardare anche in superficie, vien fuori che la via della ragione, cioè la via del pensiero, è in diretto contatto con l’essere; mentre la via dei sensi s’incammina in modo inesorabile verso il sentiero della tenebra. Il non essere implica l’annullamento, il nulla, la morte, la negatività nella sua essenza significativa. Quando invece l’uomo pensa come individualità contribuisce, anche se in ambito strettamente circoscritto, a far essere ciò che pensa, perché il pensiero lo mette a contatto con la conoscenza, con la certezza delle cose. Il non pensare implica invece il nulla, il vuoto, la morte in senso lato. Con Parmenide il significato filosofico di logos si è arricchito. Diventa a pieno titolo ragione, facoltà intellettiva, ragionamento, argomentazione.
Sono particolarità dell’essere:
• È uno, perché se esistesse un altro essere , dovrebbe coincidere con il primo. Se inoltre esistessero due esseri uguali, fra l’uno e l’altro ci dovrebbe essere il vuoto, un’interruzione, una discontinuità, cioè il non essere, il che non è. L’essere è UNO.
• È eterno, perché se avesse fine, andrebbe a terminare nel non essere. Inoltre non ha inizio, perché è impossibile che sia stato generato dal non essere, cioè da un’ entità inesistente. Non può essere neanche generato da se stesso, in quanto l’essere esiste da prima dei tempi. Se preesistesse a se stesso, sarebbe sempre esso. Si propone dunque il concetto greco che la realtà, dunque la materia c’è sempre stata, è sempre esistita, senza essere stata creata, semmai subisce trasformazioni.
• È immobile, poiché se dovesse essere in movimento, oltre da sé, altro da sé, si dovrebbe muovere verso il non essere, il ché è impossibile,
• È continuo, cioè compatto in se stesso. Diversamente se fosse frazionabile fra una parte di sé e l’altra s’inserirebbe il non essere, il che non è possibile.
L’essere, essendo quello che è, cioè unico, eterno, immobile e continuo, diventa uno sfero, dove lo sfero è la forma che assume l’universo, cioè un’ essenza assolutamente necessaria.

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Trafiletto

A domanda risponde:
“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete