• La conoscenza del divino si sottrae all'intelletto per mancanza di fede.

    [Eraclito, fr. 86]

Sabato, 14 Ottobre 2017 16:40

L’evoluzione per gradi della Filosofia

Sono due le ragioni per le quali si può ben dire che la filosofia sia una scienza.

Sono due le ragioni per le quali si può ben dire che la filosofia sia una scienza.La prima consiste nel fatto che, non appena risolto un problema di una domanda cruciale, si passa a quello successivo, tenuto ben presente lo stato di avanzamento dei lavori di quello che precede. Per esempio vedasi l’origine delle cose, avanzato dalla scuola di Mileto. La ricerca ha sviluppato l’argomento grazie ai primi Fisici presocratici, passando poi attraverso le esperienze dei Pitagorici e di Eraclìto per consegnarla agli eleatici. La seconda ragione, in fatto di scienza, deve attribuirsi ai meriti di Platone e di Aristotele, autentici scienziati, che si sono avvalsi di quelle intuizioni per teorizzare a livello scientifico il pensiero filosofico dei Fisici, e facendo sistema nella filosofia occidentale.
Si è andati alla ricerca dell’origine di tutte le cose, che, all’inizio, era stata individuata in una identità concreta, poi man mano, fino a rivestire l’aspetto di entità semplicemente astratta è diventata anche simbolica. Quella entità infatti, designata come “ origine” del tutto, deve racchiudere in sé tutte le proprietà che si riscontrano nelle altre sue derivante. Senza queste premesse la filosofia dei grandi scienziati, senza dubbio alcuno, avrebbe dovuto fare inversione di marcia, per partire dal punto zero.
I fisici sono stati criticati anche aspramente, ciò suppone che:
[a] è sempre stato molto agevole avanzare critiche che proporre idee;
[b] l’eventuale errore, nei passaggi della scienza, è lì presente per essere corretto, poiché da lì nella maggior parte dei casi, si costruisce l’altro gradino verso il progresso. Sul pratico, a proposito dell’argomento, è il caso di aggiungere che, dopo acqua, apeiron, aria, i pitagorici hanno concluso che l’uno [1] è l’origine delle cose e che dieci sono gli elementi di cui è formato il cosmo. I pitagorici successivi poi hanno proposto alla scienza filosofica le dieci coppie di opposti, sui quali Eraclìto ha formulato una teoria avvincente, secondo la quale polemos , cioè il conflitto fra opposti, è la chiave attraverso cui è possibile scoprire l’origine delle cose, il nomos e il logos, dunque le loro proprietà e gli universali. Il tutto conduce a conoscenze progressive. Saranno poi in gioco l’esperienza, che ha condotto all’empirismo, e la scienza, spesso in conflitto con l’esperienza. Senza tenere conto che empirismo e scienza sono fra di loro interdipendenti e complementari. Se così non fosse è pur vero che la scienza, sotto luce della ricerca del “ perché”, sarebbe solo fine a se stessa; mentre l’esperienza, anche se non insegnabile, secondo quanto sostiene Aristotele, in pratica produce, cioè materialmente fa cose. Questa tuttavia è un’altra storia.

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“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete