• La più bella scimmia è brutta, paragonata al genere umano.

    [Eraclito- fr.82]

Giovedì, 28 Settembre 2017 17:56

La molteplicità "non esiste"

" Come fai a dire che ...

“ Come fai a dire che non esiste la molteplicità né il movimento? Non ti basta guardarsi intorno quanto siamo molteplici e che schiamazzo in movimento siamo in grado di fare?”. Sono le domande dei detrattori di Parmenide. Filosofi e no schierati in assetto di guerra. I filosofi solitamente nel proporre un sistema filosofico pongono il problema da risolvere. Zenone non se l’è posto. È stato Parmenide a proporre il binomio essere e non essere e a risolverlo, sia pur fra un nugolo di critiche. Appunto. Zenone, suo allievo ed amico, [non è dato sapere fino a che punto l’amicizia sia finita in amore], è stato artefice di due scoperte, in campo filosofico: l’una ha dato forma e sostanza, come finissimo dicitore, alla dialettica, cioè strategia organizzativa in difesa del pensiero del maestro; la seconda in campo sostanzialmente tecnico, avventurandosi in leggi prettamente fisiche e matematiche, che sono sfociate alla ricerca in fisica quantistica dei tempi nostri. In qualità di sostenitore del suo maestro ha diviso in due gli argomenti della strategia di difesa, cioè l’uno sulla negazione della molteplicità e l’altro sulla negazione del movimento, cioè della trasformazione. Il primo passo verso la negazione della molteplicità, per Zenone, consiste nel chiamare in causa la l”dualità” non strettamente in senso filosofico, ma in senso generico di pura e semplice scissione meccanica di una cosa divisa da due fino all’infinito. Anzitutto per dividere una cosa occorre un’altra cosa: ergo le cose nominalmente diventano tre. Per dividere ancora occorrono altre cose e così di seguito fino all’infinito. Per il principio della continuità, in filosofia, tutto l’insieme di particelle di quella cosa divisa sono un tutt’uno con l’altra, perché fra un frammento e l’altro esistono puntini d’unione. Dunque le cose divise in numeri di porzioni crescenti conducono verso la progressione al l’infinito o regressione dall’infinto, perché la cosa [l’essere, la materia, dio] non ha né principio né fine, cioè è infinita e Una. Il secondo argomento contro la molteplicità consiste nel divedere una cosa, es., un foglio di carta in tante parti, fino ad ottenere frazioni infinitamente piccole [infinito in piccolezza]. Se poi si volesse ricomporre tutti i frammenti di carta ottenuti, si otterrebbe un foglio infinitamente grande [infinito in grandezza]. Se invece si volesse isolare dal mucchio di frammenti un frammento infinitamente piccolo e lo si volesse dividere in altrettanti milioni di micro frammenti, riunendoli si otterrebbe un macro frammento di grandezza infinita. Assurdità perché dal foglio intero si otterrebbe una macro grandezza e da un micro di porzione di foglio non si può ottenere la stessa macro grandezza. La cosa è, una, stabile, infinita, perché non ha origine, né fine: concetto di Parmenide.

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Trafiletto

A domanda risponde:
“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete