Secondo Galileo l’infinito non può essere trattato dal punto di vista matematico.Cartesio gli fa eco sostenendo che “ noi esseri finti, con in nostri sensi, quando non vediamo limiti in una cosa, possiamo solo parlare d’ indefinito, riservando a Dio l’attributo d’ infinito”. L’essere di Parmenide, infinito ed uno, non ha ancora trovato soluzione nelle scienze esatte. I matematici [Courant R. Robbins H. Che cos’è la matematica?] sostengono che.” Dal tempo di Zenone e dei suoi paradossi, il concetto intuitivo del fisico o metafisico di moto continuo ha eluso tutti i tentativi di una formulazione matematica esatta. [...] Certamente l’idea intuitiva di “continuo” ha una realtà psicologica nella mente umana, ma essa non può essere invocata per risolvere un’impossibilità matematica; deve rimanere una discrepanza fra l’idea intuitiva e il linguaggio matematico scelto per descrivere, in termini logici esatti, le approssimazioni della nostra intuizione, importanti dal punto di vista scientifico. È questa la discrepanza che i paradossi di Zenone mettono in evidenza”. I matematici del ventesimo secolo hanno accettato la sfida nel dare una formula o una spiegazione tecnica dell’infinito” servendosi dell’analisi ma sono, finora, riusciti solo a manipolare il concetto dell’infinito, ma il vuoto fra il concetto matematico e l’intuizione logica del pensiero in merito al “continuo” permane.