• La conoscenza del divino si sottrae all'intelletto per mancanza di fede.

    [Eraclito, fr. 86]

Venerdì, 26 Maggio 2017 17:32

Pitagora

Grande filosofo oppure mistico e santone? Dare una risposta precisa non è di sicura attestazione.
Comunque le scelte in questo caso non possono essere ammesse, perché i confini fra le prerogative avanzate sulla figura del personaggio non sono così nette come si vorrebbe che fossero. Bisogna in ogni caso lavorare di fantasia e formulare ipotesi; il che in filosofia è come entrare in un campo minato. Tuttavia, a giustificazione della premessa, bisogna segnalare che Pitagora non ha lasciato niente di scritto, sia perché erano tempi in cui i contenuti dell’insegnamento si affidavano alla memoria, sia perché l’insegnamento pitagorico era avvolto nell’ombra del mi-stero. Inoltre è il caso di aggiungere che la sua formazione intellettuale, fin dalla sua tenera età, fu affidata a Ferecide, teologo di professione. Siamo nell’isola di Samo Poi, su interessamento di Policrate, fu segnalato ad Amasi, faraone d’Egitto. Costui lo affidò ai sacerdoti di Eliopoli, i quali, dichiaratisi non all’altezza di un tale illustre allievo, perché scomodo, lo consegnarono ai più colti e venerabili sacerdoti di Menfi. Stessa strategia dei primi fu copiata alla lettera dai secondi per spedire Pitagora ai sacerdoti di Tebe. Questi ultimi, consapevoli di trovarsi di fronte a una situazione complessa, fecero buon viso a cattiva sorte, nondimeno lo spedirono a Diopoli. I locali sacerdoti, non potendo per timore del re, accampare scuse, pensarono di distogliere Pitagora dal suo intento, sottoponendolo a grandi patimenti e precetti severi, ben lontani dal modo di vivere dei greci. Il ragazzo superò brillantemente le prove terribili alle quali fu sottoposto, tanto da meritarsi l’ammirazione dei suoi aguzzini. Accostatosi al culto delle divinità egizie, fece sacrifici a suo piacimento in loro onore. [Porfirio- vita di Pitagora. 7-8]. An-che le seguenti sono parole di Porfirio: 11- in Egitto frequentò i sacerdoti, acquisì la loro sapienza, 12- la lingua locale e le tre diverse specie di scrittura, l’epistolografica, la geroglifica e la simbolica, delle quali l’una usa le parole in senso proprio, a imitazione della realtà, mentre l’altra adopera un procedimento allegorico basato su equivalenze enigmatiche...
Tante sono state le traversie di Pitagora, in viaggio nel Medio Oriente, prima di fare ritorno a Samo, che però non è il caso di seguire. Qui tuttavia è opportuno un breve cenno sui possibili contatti avuti da Pitagora con i primi filosofi della scuola di Mileto, suoi coevi, poiché Pitagora, è vissuto fra il 580-500 a. C. Di quei tempi era fiorente la scuola di Mileto, rappresentata da Talete [625-545 a. C.], Anassimandro [610-545 a. C.], Anassimene [585-525 a. C.]. A tale proposito Mnesarco, suo padre, lo mandò giovinetto, da Anassimandro a Mileto, per apprendere la geometria e l’astronomia. Esiste anche uno scambio di lettere fra Pitagora e Anassimene.
In ogni modo Policrate, il tiranno di Samo, ha segnato nel bene e nel male, la vita del Pitagora aristocratico. Policrate invece era un democratico di convenienza, poiché conquistò il potere assoluto con l’appoggio del popolo. Il filosofo fu costretto a emigrare a Crotone, in Calabria, dove fondò una scuola filosofica di grande successo e dove i pitagorici acquisirono un peso decisivo nella vita politica della città.
Devi effettuare il login per inviare commenti

Trafiletto

A domanda risponde:
“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete