• Difficile lottare con le passioni. Comprano l'anima.

    [Eraclito- fr.85]

Mercoledì, 31 Maggio 2017 15:29

Il pensiero religioso dei pitagorici

Che Numa Pompilio sia stato un pitagorico è solo pura fantasia. A chi non sarebbe piaciuto inserirlo in quella lunga lista, poiché il secondo re di Roma fu forse il primo grande saggio che il mondo “ barbaro” ritenne di avere? A meno che Pitagora lo abbia incontrato in uno dei suoi precedenti cicli di vita da reincarnato

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L’ascetismo e la trasmigrazione delle anime furono caratteri salienti sin dall'inizio della corrente di pensiero pitagorico, tuttavia Pitagora si propose al mondo nella Magna Grecia, in particolare nel sud d’Italia, come politico, etico, fisico e matematico. Porfirio nel paragrafo 18 e seguenti sulla vita di Pitagora dice espressamente: “ ...fama dell’uomo fuori dal comune perché aveva viaggiato molto e il destino lo aveva fornito di do-ti personali non comuni...Aveva un aspetto nobile e imponente, fascino notevolissimo, voce suadente e modi signorili. La città di Crotone fu conquistata, dopo aver affascinato il Consiglio degli anziani con un lungo e grande discorso. Rivolse ai giovani, ai fanciulli alle donne discorsi consoni alla loro età e al sesso. Paragrafo 19  "A seguito di tali eventi, dopo aver acquisito grande fiducia e reputazione, prese con sé molti adepti, gli acusmatici, della città, senza distinzione di sesso. La segretezza a cui erano tenuti i pitagorici più anziani, agli adepti era vietato parlare, fu avvolta nel massimo riserbo, tuttavia alcune sue affermazioni hanno acquisito notorietà pressoché comune, anzitutto che l’anima è immortale e che trasmigra in altre specie di essere viventi...Paragrafo 20 "Attirò l’attenzione generale tanto che, con una sola lezione pubblica, appena giunto in Italia, attrasse l’attenzione di più di duemila ascoltatori...". Da qui il passo fu agevole per fondare una grande scuola, quella pitagorica. Sorge inoltre l’opportunità di segnalare che i pitagorici, alle origini, costituivano un’ organizzazione di tipo comunitario, in cui le regole di austerità permettevano di conseguire, nel loro intento, la perfezione, attraverso lo studio e l’esercizio della temperanza. È pur vero che la trasmigrazione delle anime, per necessità di espiazione delle colpe, si deve attribuire all’ orfismo, ma i pitagorici l’hanno rivestita di una struttura di natura filosofica.
Perché l’anima ha la necessità di purificarsi? Il paradiso terrestre, anche nella mitologia greca, è stato perduto per colpa grave dei Titani, genere di natura divina, ma che mal sopportando il regime di autorità attribuito alle divinità superiori, si ribellarono. Costoro, dopo aver catturato Dioniso, travestito da torello, per sfuggire alla possibile aggressione, lo hanno smembrato e mangiato nudo e crudo. Solo un intervento provvidenziale ha consentito ad Atena di prendere il cuore ancora pulsante del malcapitato salvandolo. Zeus rigenerò, dopo aver mangiato il cuore di Dioniso. Poi folgorò e incenerì i Titani, dalle cui ceneri nacque il genere umano.
Riflessioni antropologiche ed esistenziali degli orfici sulla natura e il destino dell’uomo hanno ritenuto che l’uomo sia nato così di due entità: il corpo e l’anima. Il corpo mortale deriva e si radica nella parte grezza della cenere, mentre l’anima immortale nella componente divina, causata dall’incenerimento dei Titani. Essendo il corpo la prigione dell’ anima, la trasmigrazione è un passo obbligato per l’espiazione e la conseguente purificazione. Ogni trasmigrazione impone il trauma della morte, perciò, per evitare lo choc ricorrente è opportuno che il numero delle trasmigrazioni sia ridotto il più possibile. La purificazione dell’ anima da un corpo all’altro è una nuova possibilità di progresso verso l’espiazione delle colpe dell’uomo. Esemplare è l’esposizione che Giamblico propone  ne “la vita dei Pitagorici” avente per argomento le norme di comportamento sia  nell'ambito della struttura interna della comunità pitagorica Crotone sia riguardo alla gente comune. Sono tali e tante le norme, nonché definite nei particolari,  da lasciare stupiti anche oggi per efficienza e modernità.

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“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete