• La conoscenza del divino si sottrae all'intelletto per mancanza di fede.

    [Eraclito, fr. 86]

Venerdì, 03 Gennaio 2020 16:05

Platone e il mito

L’ètimo del termine “mitologia” come è evidente si compone di mithos e logos.

Agli albori della storia greca è fiorito il mito legato alla teologia in cui era strutturata l’etica e la morale del vivere comune del popolo greco. E il mito dava per scontata una verità e in tutti gli altri casi comportamenti preconfezionati, che non si accordavano in tutta evidenza con il pensiero filosofico in fieri. Anche nella tragedia greca il mito recita un ruolo di interprete assoluto, anche se la ribellione era gia anch’essa in fieri. Il personaggio principale, intorno al quale ruotavano pochi altri e il coro, era l’incarnazione e la trasfigurazione del mito. Però le cose stavano cambiando vorticosamente, poiché chi si serviva del mito nella tragedia, proponeva, accanto al contenuto teologico, anche quello filosofico. Eschilo, Sofocle ed Euripide, se non si fossero dedicati al teatro, sarebbero stati grandi filosofi. A proposito dei quali tanto, per avvalorare l’ipotesi, basti citare: il Prometeo incatenato di Sofocle, l’Ippolito di Euripide, e l’Antigone di Eschilo. Le quali tragedie, oltre che di contenuto strettamente teologico e morale, propongono problematiche filosofiche sempre attuali. Oggi più che mai.

Cosa c’entra Platone con il mito e la tragedia? Tantissimo. Oltre al fatto che in gioventù fu uno scrittore di teatro e stante la sua vastità di pensiero, ha disprezzato il mito, nel caso di verità imposta. Non poteva essere altimenti, dato che il cammino filosofico di tutti i Filosofi è sempre consistito nella ricerca della verità. Nel contempo tuttavia egli si è servito anche del Mito e della metafora per illustrare i passaggi più ardui del suo pensiero filosofico. Ma  si è servito di quelli preesitenti, solo marginalmente quando il suo pensiero poteva ben adattarsi a quello già consolidato nei tempi passati. Ne ha creati di nuovi, allontanandosi sempre di più da quelli imposti e di natura teologica risibile. Si può immaginare il Platone, ideatore della Teoria delle Idee, interessato al comportamento scandalosamente vizioso delle divinità dell’Olimpo? Il Platone che conosciamo noi è quello del Mito della Caverna, della Biga Alata, del Mito di Theuth, della Chorà, del Demiurgo, dell’Amore, di tanti altri esempi di forme metaforiche. Che dire poi della creazione della figura letteraria di Diotima intorno alla quale si compongono i concetti base dell’Amore Platonico?

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“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete