Autori, in tempi e luoghi diversi, infatti, si sono posti il quesito e ci hanno ragionato intorno a non finire. E’ amore di sapienza, direbbe Platone. Chi è sapiente dunque? Qui il ragionamento si complica assai. Sapiente è chi sa, oserebbe proporre subito un qualsiasi dizionario. Ma quanto sa? Come sa? Che cosa sa? Come si fa a sapere cosa non si sa? Che cosa è necessario sapere? Rispondere a queste domande e perdere il senso dell’orientamento forse per sempre. Mi sorge un dubbio tuttavia, questo: di alcuni filosofi greci, anche fra quelli che hanno fatto storia, le male lingue insinuerebbero che non sapessero né leggere né scrivere. Forse è un’esagerazione quanto pensato, però una cosa è certa: essere filosofi non significa essere sapienti. Anche un analfabeta potrebbe essere annoverato nella famiglia dei filosofi. Allora quale sapienza? La filosofia, quella occidentale, è nata a Mileto forse, ma si è consacrata, raggiungendo il suo apice, nelle strade di Atene. Strumento di formazione? il dialogo. Fra chi? Fra sapienti e ignoranti, fra ignoranti e ignoranti, e fra sapienti e sapienti, in miscuglio dosato secondo sapienza. Platone nel Simposio riferendosi ai filosofi dice: “ Chi sono allora quelli che si applicano alla filosofia, se escludi i sapienti e gli ignoranti?”. La risposta è la seguente “... Sono quelli a mezza strada fra i due, o che Amore è uno di questi. Poiché la sapienza lo è delle cose più belle e Amore è amore del bello, ne consegue necessariamente che Amore è filosofo, e poiché tale sta in mezzo fra il sapiente e l’ ignorante. Anche di questo la causa è nella sua nascita: è di padre sapiente e ingegnoso, ma la madre è incolta e sprovveduta”.
Mi piacerebbe affermare che la sapienza non sia tanto conoscenza quanto uso retto di tutte le energie della mente e del cuore per raggiungere il fine che ci si è proposti. La più alta perfezione intellettuale e morale dell’uomo porta inevitabilmente alla sapienza. Amore di sapienza tuttavia non è sufficiente come definizione, poiché, fra l’altro, si deve anche destinare quest’amore alla ricerca della verità e del bene. Sono da annoverarsi fra i sapienti dunque, purché lo vogliano, anche chi non sa. Un analfabeta che mostri spiccato senso dell’intuito e adopera le sue facoltà mentali alla ricerca della verità e del bene in senso comune, è un sapiente, destinato, persistendo, ad arrogarsi il primo diritto di essere filosofo. Platone e l’indirizzo filosofico dei suoi tempi lo dichiarano apertamente: “ Per tutte le cose, la virtù si pone in mezzo.” Non solo la virtù, ma anche il filosofo sta in mezzo, fra la sapienza, intesa come conoscenza, e l’ignoranza, intesa come inesperienza della disciplina, una qualsiasi che interessi. Se lo dice Lui d’altronde c’è da credergli. E le ragioni sono moltissime.
Qui basta citarne una: con i suoi scritti, di stile letterario eccelso, ha conquistato studiosi e non alla causa della filosofia. - Opera citata “ Simposio di Platone”.
Mi piacerebbe affermare che la sapienza non sia tanto conoscenza quanto uso retto di tutte le energie della mente e del cuore per raggiungere il fine che ci si è proposti. La più alta perfezione intellettuale e morale dell’uomo porta inevitabilmente alla sapienza. Amore di sapienza tuttavia non è sufficiente come definizione, poiché, fra l’altro, si deve anche destinare quest’amore alla ricerca della verità e del bene. Sono da annoverarsi fra i sapienti dunque, purché lo vogliano, anche chi non sa. Un analfabeta che mostri spiccato senso dell’intuito e adopera le sue facoltà mentali alla ricerca della verità e del bene in senso comune, è un sapiente, destinato, persistendo, ad arrogarsi il primo diritto di essere filosofo. Platone e l’indirizzo filosofico dei suoi tempi lo dichiarano apertamente: “ Per tutte le cose, la virtù si pone in mezzo.” Non solo la virtù, ma anche il filosofo sta in mezzo, fra la sapienza, intesa come conoscenza, e l’ignoranza, intesa come inesperienza della disciplina, una qualsiasi che interessi. Se lo dice Lui d’altronde c’è da credergli. E le ragioni sono moltissime.
Qui basta citarne una: con i suoi scritti, di stile letterario eccelso, ha conquistato studiosi e non alla causa della filosofia. - Opera citata “ Simposio di Platone”.