• La più bella scimmia è brutta, paragonata al genere umano.

    [Eraclito- fr.82]

franco

franco

Mercoledì, 19 Maggio 2021 10:33

Virtù

Virtù s.f. [gr. ἀρετή- lat. virtus ], propensione a fare il bene per se stesso, senza attendersi alcun utile, sia nella vita privata sia in quella pubblica; eccellenza di qualità predicabile dall’uomo. È capacità di una persona di eccellere in qualcosa, di compiere un certo atto in maniera ottimale, di essere virtuoso come "modo perfetto d'essere".
     Secondo Platone la virtù costituisce il cardine dell'etica e delle sue trasformazioni nel corso del tempo, che corrispondono al controllo della parte razionale dell'anima sulle passioni.
     Nella Repubblica sono elencate per la prima volta le virtù che invitano l’uomo di condurre una vita, sia essa privata sia essa pubblica, ispirata alla saggezza.

Sono le seguenti: la temperanza, consistente nella moderazione dei desideri; il coraggio, necessario per mettere in atto i comportamenti virtuosi; la saggezza, variamente intesa dalla speculazione antica come controllo delle passioni; la giustizia, cioè accordo armonico ed equilibrato di tutte le altre virtù.

Esse riguardano la vita pratica di chi è disposto al bene per se stesso, senza arrogarsi meriti o diritti di qualsiasi genere.

In contrapposizioni alle virtù etiche ci sono le virtù danoetiche che Aristotele tratta nel rispetto dei passaggi che seguono.
     Anzitutto esse sono intellettive, razionali dell’anima concupiscibile. Secondo Aristotele [Etica Nicomachea 1,102b- 1103a- VI, 3, 1139 b- 1141b] vi è una gerarchia tra le virtù, e quelle intellettive sono superiori a quelle morali. Le virtù dianoetiche sono le seguenti: l’arte (τέχνη), la scienza (ἐπιστήµη), la saggezza pratica (φρόνησις), l’intelletto (νοῦς) e la sapienza (σοφὶα).
     L’attività spirituale dell’uomo è triplice e consiste nel creare (ποιεῖν), operare (πράσσειν), conoscere (ϑεωρεῖν): al creare corrisponde la virtù dell’arte, all’operare la prudenza, al conoscere il sapere (o scienza) e l’intelletto.

Lunedì, 17 Maggio 2021 16:55

Talete il saggio

        Gli sono attribuiti questi detti:
Molte parole non dimostrano una saggia opinione.
Cerca una sola cosa, la saggezza.
Scegli solo una cosa, il bene.
Farai tacere le lingue dei chiacchieroni, perché parlano troppo.

       Gli sono stati attribuiti anche altri detti:
Di tutte le cose che sono, la più antica è Dio, perché è increato.
Il più bello è l'universo, perché è opera di Dio.
Il più grande è lo spazio, perché contiene tutte le cose.
La più veloce è la mente, perché accelera ovunque.
La più forte è la necessità, perché domina tutto.
Il tempo è il più saggio, perché porta tutto alla luce.   

         Intervista a Talete
Egli non ha ritenuto che ci fosse differenza tra la vita e la morte.
A domanda rispose: "Perché allora", disse uno, "non muori?" "Perché non c'è differenza".
Alla domanda chi fosse più vecchio il giorno o la notte, rispose: "La notte è più vecchia di un giorno".
Qualcuno gli chiese se si potesse nascondere un atto malvagio agli dei: "No", rispose, "neanche un pensiero malvagio".
All'adultero che chiese se avesse dovuto negare l'accusa dopo il giuramento, rispose che lo spergiuro non è peggiore dell'adulterio.
Alla domanda sulla cosa più difficile, rispose: "Conoscere se stessi".
"Cosa è facile? Dare consigli agli altri."
"La cosa più piacevole? Il successo".
" Cos’è il divino? Ciò che non ha né inizio né fine".
Alla domanda su quale fosse la cosa più strana che avesse mai visto, la sua risposta fu: "Un tiranno invecchiato".
"Come si può sopportare al meglio le avversità?Vedere i propri nemici in condizioni peggiori".
"Come condurre la vita migliore e più giusta? Astenersi dal dare la colpa agli altri."
"Chi è l’ uomo è felice?" "Chi ha un corpo sano, una mente intraprendente e una natura docile."

[Diogene Laerzio ΘΑΛΗΣ]

Mercoledì, 05 Maggio 2021 18:58

Opinione

Opinione, s.f. [gr. δόξα,- lat. opinio ], conoscenza incerta opposta alla conoscenza scientifica (επιστήμη), basata su dati certi, cioè passati al vaglio della ricerca e della sperimentazione. Il termine designa una convinzione personale su fatti, cose e persone. Ci si serve dell’opinione, giudizio individuale, per proporre, anche se in buona fede, una versione su un fatto, un evento, che si ritiene vero. Ma la verità non si acquisisce attraverso i sensi, i quali, nella maggior parte dei casi sono ingannevoli. Eraclìto ci regala sull’argomento il seguente messaggio [frm. 2]:

διὸ δεῖ ἕπεσθαι τῶι ξυνῶι, τουτέστι τῶι κοινῶι· ξυνὸς γὰρ ὁ κοινός. τοῦ λόγου δ᾽ ἐόντος ξυνοῦ ζώουσιν οἱ πολλοὶ ὡς ἱδίαν ἔχοντες φρόνησιν.

Bisogna seguire ciò che è uguale per tutti, cioè quello che è comune. Infatti ciò che è uguale per tutti coincide con ciò che è comune. Pur essendo il logos comune, gli uomini vivono come se avessero una propria saggezza.  trd. Franco Tarducci

 

Eraclito avverte gli uomini di usare la ragione e di non fidarsi dei sensi che governano l'opinione, cioè una falsa visione personale della realtà. Coloro che si affidano ai sensi, sono immersi nel sonno; chi invece è alla ricerca della verità, si affida al logos, cioè alla ragione, per cogliere l’oggettività delle cose.
Parmenide sostenendo che i mutamenti del mondo fisico sono illusori, afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'Essere. La via dell'opinione conduce all'apparenza e all'inganno, mentre la via della verità conduce alla sapienza e all'Essere (τὸ εἶναι, tò èinai). 
L'opinione, secondo Platone, non va del tutto ignorata perché rappresenta il primo gradino della via verso la verità. Ben diverso infatti è il possesso della verità tra l'uomo che ama le cose belle (opinione) e chi ama la bellezza (ἀλήθεια, verità); il primo giudica la bellezza secondo il proprio gusto soggettivo tramite la sua sensibilità contingente, mentre il filosofo consegue il concetto del bello valido sempre e per tutti gli uomini. Così nel mito della caverna gli uomini incatenati rappresentano la condizione comune di coloro che scambiano le ombre (opinione) per la realtà dei concetti universali.

 

Mercoledì, 05 Maggio 2021 11:22

Democrito

1 [34] Δημόκριτος Ἡγησιστράτου, οἱ δὲ Ἀθηνοκρίτου, 
τινὲς Δαμασίππου Ἀβδηρίτης ἤ, ὡς ἔνιοι, Μιλήσιος. 
οὗτος μάγων τινῶν διήκουσε καὶ Χαλδαίων, Ξέρξουτοῦ 
βασιλέως τῷ πατρὶ αὐτοῦ ἐπιστάτας καταλιπόντος, 
ἡνίκα ἐξενίσθη παρ᾽ αὐτῷ, καθά φησι καὶ Ἡρόδοτος: 
παρ᾽ ὧν τά τε περὶ θεολογίας καὶ ἀστρολογίας ἔμαθεν 
ἔτι παῖς ὤν. ὕστερον δὲ Λευκίππῳ παρέβαλε καὶ 
Ἀναξαγόρᾳ κατά τινας, ἔτεσιν ὢν αὐτοῦ νεώτερος 
τετταράκοντα. Φαβωρῖνος δέ φησιν ἐν Παντοδαπῇ 
ἱστορίᾳ λέγειν Δημόκριτον περὶ Ἀναξαγόρου ὡς οὐκ 
εἴησαν αὐτοῦ αἱ δόξαι αἵ τε περὶ ἡλίου καὶ σελήνης, 
ἀλλὰ ἀρχαῖαι, τὸν δ᾽ ὑφῃρῆσθαι. 

[‎34‎‎]Democrito [460-357 B.C.] era figlio di Egesistrato, anche se alcuni dicono di Atenocrito, e altri ancora di Damasippo. Era nativo di Abdera o, secondo alcuni, di Mileto. Fu allievo di alcuni Magi e di Caldei. Infatti, quando re Serse fu ospite dal padre di Democrito, lasciò alcuni precettori, secondo quanto ha affermato Erodoto‎. Da costoro, mentre era ancora ragazzo, imparò teologia e astronomia. In seguito incontrò Leucippo e, secondo alcuni, anche Anassagora, pur essendo di quarant'anni più giovane di lui. Ma Favorino nella ‎sue Storie Varie ci‎ dice che Democrito, parlando di Anassagora, dichiarò che le sue opinioni sul sole e sulla luna non erano originali, ma più antiche, e che Anassagora se ne sarebbe semplicemente appropriato. 

 

Martedì, 04 Maggio 2021 19:42

Logos

Logos [gr. λόγος - lal, verbum], parola, discorso. pensiero, ragione, argomentazione. Eraclìto attribuissce al “logos” il significato di Legge Universale. «Nessuna cosa avviene per caso ma tutto secondo logos e necessità.» Egli c’invia il seguente messaggio [frm. B 34]:

ἀξύνετοι  κούσαντες κωφοῖσιν ἐοίκασι· φάτις αὐτοῖσιν μαρτυρεῖ παρεόντας ἀπεῖναι. 

“ Essi, mentre ascoltano, non capiscono e sono come sordi, di loro è trestimone il detto: pur essendo presenti, sono assenti”.

Sul significato di logos, riferito in generale ai vari campi della cultura greca, si potrebbe scrivere un libro. A me tuttavia piace utilizzare il termine ragione, citando altri due frammenti di Eraclìto,  

[Frm B 45]- ψυχῆς πείρατα ἰὼν οὐκ ἂν ἐξεύροιο πᾶσαν ἐπιπορευόμενος ὁδόν· οὕτω βαθὺν λόγον ἔχει.  “ Non potrai mai raggiungere i confini dell’anima, per quanto tu proceda fino in fondo nel percorrere  le sue strade, tanto profonda è la sua ragione.”
[Frm B 50]- οὐκ ἐμοῦ, ἀλλὰ τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναι.

“È saggio riconoscere  che tutto è uno, senza ascoltare me, ma la ragione.”

 

Martedì, 04 Maggio 2021 16:19

Protàgora

[50]Πρωταγόρας Ἀρτέμωνος ἤ, ὡς Ἀπολλόδωρος καὶ Δείνων ἐν Περσικῷ ε᾽,
Μαιανδρίου Ἀβδηρίτης, καθά φησιν Ἡρακλείδης ὁ Ποντικὸς ἐν τοῖς Περὶ νόμων, ὃς καὶ Θουρίοις
νόμους γράψαι φησὶν αὐτόν: ὡς δ᾽ Εὔπολις ἐν Κόλαξιν, Τήιος: φησὶ γάρ,
Ἔνδοθι μέν ἐστι Πρωταγόρας ὁ Τήιος.
οὗτος καὶ Πρόδικος ὁ Κεῖος λόγους ἀναγινώσκοντες ἠρανίζοντο: καὶ Πλάτων ἐν τῷ Πρωταγόρᾳ φησὶ
βαρύφωνον εἶναι τὸν Πρόδικον. διήκουσε δ᾽ ὁ Πρωταγόρας Δημοκρίτου. ἐκαλεῖτό τε Σοφία, ὥς φησι
Φαβωρῖνος ἐν Παντοδαπῇ ἱστορίᾳ.

[‎50‎‎] Protagora, [481-411] figlio di Artemone o, secondo Apollodoro e Dinone nel quinto libro della sua ‎‎Storia della Persia,‎‎ di Meandro, nacque ad Abdera (così dice Eraclide del Ponto nel suo trattato ‎‎sulle leggi,‎‎ e inoltre che srisse leggi per Turi) o, secondo Eupoli negli Adulatori,‎‎ nacque a Teo. Infatti egli dice:
“ Là dentro c’è Protagora di Teo”.‎
Egli e Prodico di Ceo si facevano pagare, declamando discorsi. e platone nel Protagora dice che Prodico aveva una voce profonda. Protagora ascoltò le lezioni di Democrito, chiamato “Sapienza”, come dice Favorino nelle nella Storia di ogni paese:

Lunedì, 03 Maggio 2021 18:45

Maieutica

maièutica s. f. [gr. μαιευτική τέχνη, lett. arte ostetrica]. Il termine si riferisce a una tecnica di ricerca della verità attraverso la sollecitazione del soggetto pensante verso il probabile uditorio di piazza. Nel Teeteto, Socrate, il quale, secondo Platone, si è comportato come un’ostetrica aiutando gli altri a partorire la verità. Socrate equipara il proprio metodo filosofico al mestiere dell’ostetrica, che assiste la partoriente. Solo che la nascita a cui egli allude non si riferisce al corpo, ma nell’anima.Attraverso la sua dialettica Socrate aiuterà i giovani, desiderosi di conoscenza, a partorire nuove idee, in cammino verso la conoscenza della verità, senza insegnare loro nulla, ma facendo in modo che siano essi stessi a elaborarle. La metafora è legata al rifiuto socratico di insegnare ad allievi, al suo “ so di non sapere”e alla sua interpretazione dell’antico motto delfico “ Conosci te stesso!”.

Lunedì, 03 Maggio 2021 18:41

Necessità

necessità, s. f. [gr. Ανάγκη  - lat. necessĭtas]. In  filosofia rappresenta la forza superiore che prevarica il volere dell’uomo e  ne determina l’azione; Indica dunque tutto ciò che è e deve accadere inesorabilmente. Empedocle la ritiene un decreto inesorabile degli dèi, a cui essi stessi devono soggiacere.

Venerdì, 30 Aprile 2021 17:55

Eraclìto

1Eraclito, figlio di Blosone o, secondo alcuni, di Eracone, nacque a Efeso. Fiorì durante la sessantanovesima olimpoiade [504-501]. Essendo di grande capacità intellettiva rispetto agli altri , fu altero e sprezzante, come risulta dai suoi scritti. Nel frammento B 40 egli dice: “ Il sapere molte cose non insegna a pensare in modo corretto, alltimenti lo avrebbe insegnato a Eisodo, a Pitagora, e anche a Senofane e a Ecateo.”   Nel frammento B4 dice: “ Esiste una sola sapienza, quella di  riconoscere l’intelligenza  che governa tutte le cose attraverso tutte le cose.” Scrive anche [frm. B42] “Omero merita di essere scacciato dagli agoni e percosso,  e lo stesso trattamento merita Archiloco”.

1 Ἡράκλειτος Βλόσωνος ἤ, ὥς τινες, Ἡράκωντος2 Ἐφέσιος. οὗτος ἤκμαζε μὲν κατὰ τὴν ἐνάτην καὶ ἑξηκοστὴν Ὀλυμπιάδα. μεγαλόφρ ων δὲ γέγονε παρ᾽ ὁντιναοῦ καὶ ὑπερόπτης, ὡς καὶ ἐκ τοῦ συγγράμματος αὐτοῦ δῆλον, ἐν ᾧ φησι, "πολυμαθίη νόον3 οὐ διδάσκει: Ἡσίοδον γὰρ ἂν ἐδίδαξε καὶ Πυθαγόρην, αὖτίς τε Ξενοφάνεά τε καὶ Ἑκαταῖον." εἶναι γὰρͅ ιἓν τὸ σοφόν, ἐπίστασθαι γνώμην, ὁτέη ἐκυβέρνησε πάντα διὰ πάντων." τόν τε Ὅμηρον ἔφασκεν ἄξιον ἐκ τῶν ἀγώνων ἐκβάλλεσθαι καὶ ῥαπίζεσθαι, καὶ Ἀρχίλοχον ὁμοίως.

 

Martedì, 27 Aprile 2021 19:02

idea

Idea, s.f. [ gr.  ἰδέα da ἰδεῖν, vedere- lat. idea]. In genere consiste in una vera e semplice rappresentazione di un oggetto, cosa reale o anche immaginaria nella mente di ognuno di noi. È un termine usato dalle origini della Filosofia, come essenza primordiale e sostanziale. Il termine entrò nel linguaggio filosofico già con Democrito, che designò con esso l’atomo, definendolo come entità fisica, ma la cui percezione non può essere percepito attraverso i sensi, ma solo attraverso l’intellezione. La sua grande fortuna derivò dall’uso che ne fece Platone. ᾿Ιδέαι o εἴδη furono per lui le uniche vere realtà eterne, oltre il tempo e lo spazio, contrapposte al mondo sensibile che di quelle è pallida immagine. Esse si trovano nell’Iperuranio, zona al di là del cielo, oltre la volta celeste.

Trafiletto

A domanda risponde:
“ Τὶ εὔκολον; Τὸ ἄλλῳ ὑποτίθεσθαι., Cos'è facile? Dare consigli agli altri" Τὶ δύσκολον; Τὸ ἑαυτὸν γνῶναι, "Cos'è difficile? Conoscere se stessi".  Talete