
franco
La molteplicità "non esiste"
" Come fai a dire che ...
Zenone " sulla Natura"
Zenone
Conflitto fra il bene e il male
I filosofi presocratici si sono
Delitto trasversale “Medea”
Nel secolo d’oro ad Atene [500-400 a.C.]
L’incipit del poema di Parmenide
Le cavalle che mi portano fin dove il mio desiderio vuol giungere, mi accompagnarono.
L’essere e il non essere
L’ essere è, il non essere non è. Bella scoperta verrebbe da dire!
Senofane e l’unicità del divino
(Colofone, 570 a.C. – 475 a.C.) è stato un filosofo greco antico presocratico. Fiorì nella 60ª olimpiade (540 – 537).
I numeri irrazionali e il teorema di Pitagora
La scuola pitagorica sostenne che fra le realtà della natura si frapponesse un intervallo.
La felicità e i buoi
Straordinario, non solo per chiarezza, ma anche per sagacia che affonda nella morale, questo frammento [n.4]:... se la felicità consistesse nei piaceri corporei, allora dovremmo dire che sono felici i buoi, quando trovano del foraggio da mangiare. Saggezza di un antico anonimo? No. Sembra che sia una delle perle di Eraclìto. Incisivo l’accostamento dei buoi con la felicità. Basti immaginare l’occhio bovino, che sprizza felicità! Qui si potrebbe proporre qualche altra decina di considerazioni su ciò che l’ “oscuro” filosofo aveva intenzione di dire. Mi astengo, tanto chiari sono i possibili accenni sulla condotta umana dei dormienti, di coloro cioè che conoscono la “ ragione”, che tuttavia non adoperano, meno che mai in campo morale, ma che invece fanno grande uso dell’istinto dei buoi, per essere felici. A questo frammento mi piace citare per assonanza il fr. 93 dello stesso autore; “ .., l’oracolo che si trova a Delfi non dice né nasconde, ma allude”. Riguarda il contenuto del fr. 4, tanto per screditare la presunta tenebra che si aggira intorno agli scritti di Eraclito. “La felicità e i buoi” in questo caso non è il titolo di una favola di Esòpo.
Il divenire e L'essere
Il divenire e l’essere
Una delle ragioni per cui i frammenti di Eraclìto sul divenire sono di difficile comprensione consiste nel fatto che fa combinare il divenire senza presupporre l’esistenza dell’ essere. Sarebbe come voler disegnare la quadratura del cerchio con riga e compasso. Cosa vana il solo proporlo. La metafora dell’acqua che scorre, simbolo del divenire, dimostrazione di prima pelle, presuppone, nell’esempio del fiume, l’esistenza dell’essere. L’analisi attenta dei testi conduce, a ben vedere, ad un’unica conclusione: si squarcia un velo di chiarezza, poiché la realtà non è altro che l’equilibrio fra essere e divenire. L’essere propone la staticità, nel dover essere, mentre il divenire propone la dinamica, cioè la trasformazione delle entità visibili, tanto che non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento, essa si disperde e si raccoglie, viene e va.